OK, FACCIAMO LA NOSTRA PARTE

Abbiamo un breve annuncio da condividervi per una rubrica che battezzeremo a brevissimo, di cui ancora non conosciamo il nome ma a cui teniamo particolarmente. Me ne occuperò io (Alessandro), già appassionato delle scene che esistono al di là dei nostri normali orizzonti e, in generale, della controcultura che è possibile sondare, con tutti i limiti del caso, tramite gli strumenti concessi da internet e la comunicazione giornale-artista-etichetta-realtà. 

Siccome siamo stati colpevolmente manchevoli nel coprire le scene che esistono al di qua dei nostri normali orizzonti, nelle prossime settimane cominceremo a coprire alcuni gruppi e artisti italiani emergenti con un apposito sistema di voto e con un apposito obiettivo.

Il sistema di voto sarà basato sul concetto di distinzione, a tre velocità sulla falsariga delle stelle nella guida Michelin, per alcuni motivi. Innanzitutto, è utile per scollegare questo giudizio di valore dai nostri voti standard: evitiamo di fare casino e mettere sullo stesso piano cose che non c’entrano granché tra loro. Poi, più importante, lo scopo della rubrica è diverso dallo scopo della recensione. Al contrario di quest’ultima, la rubrica avrà un unico fine promozionale (pro bono, of course) delle realtà che vediamo valide. L’obiettivo è costruire insieme, man mano, un insieme di nomi di musicist* che potreste vedere nella vostra città di residenza, magari per pochi spicci, e che vale la pena supportare. 

Come vogliamo intendere queste valutazioni, quindi? Faccio presente, come prima cosa, che tutti i voti di distinzione saranno un segnale di merito, del fatto che in qualche modo abbiamo apprezzato il lavoro in esame, come per le stelle della rossa. Se mettiamo un disco nella rubrichetta, vuol dire che vogliamo gettare una luce sugli autori e sulle autrici. 

L’inserimento in questi report, in secondo luogo, è vagamente correlato con il modo in cui votiamo il resto della musica globale (Italia compresa), ma non è il modo giusto di vederla. Quando ci spendiamo in una critica di un disco abbiamo messo in campo svariati ragionamenti, argomentazioni, ricerche e vogliamo che la nostra critica sia presa come tale. Quando vogliamo promuovere un disco le nostre riflessioni critiche rimarranno sullo sfondo della nostra scelta. Questo può avvenire perché vogliamo privilegiare i promettenti margini di miglioramento a discapito della qualità in quel momento, oppure perché vogliamo concentrarci sullo spirito della band più che sulla fibra di scrittura del disco specifico, per fare un paio di esempi.

Una breve, vaga guida all’intrepretazione: 

✭ = Lavoro interessante, da tener d’occhio e valido. Se l’artista suona nella vostra città e non avete niente di programmato vi consigliamo di andarl* a vedere.

✭✭ = Buon lavoro, consigliato, da supportare. Tenere libera la data se suona nella vostra città a breve, seguire sui social, e così via.

✭✭✭ = Ottimo lavoro, alto potenziale, il top in Italia in questo periodo. Pianificare trasferte se suona in città vicine, vale la pena diventare fan e seguire il percorso dell’artista. 

Tendenzialmente, se il disco ha il potenziale per accedere alle nostre classifiche di fine anno, vi dedicheremo una recensione critica e più informata, come è successo di recente; idem se ha senso parlarne in modi più approfonditi per altri motivi. Per avere un’idea spannometrica, tutti i lavori così recensiti contano come promossi, poi vedete voi. Ma per fare a pugni per la top 20 insieme al resto del mondo, come è chiaro che sia, ci dev’essere o un exploit veramente impressionante o, più banalmente, un perfect fit tra l’offerta del disco e il gusto di uno di noi redattori. Non ci sprecheremo, ovviamente, in recensioni da 6 o da 6.5 per artisti emergenti che sono bravi ma potrebbero applicarsi di più. Se siete interessati a un feedback più argomentato, potete sempre contattarci in privato.

L’obiettivo, invece, come potete avere intuito, è semplice: spingere la musica italiana che vale, connettere con più realtà che possono beneficiare dal nostro contributo, fertilizzare il campo con quello che siamo capaci di cacare. A cascata, dare una guida a quelli che sono allineati con i nostri gusti su dove andare nei weekend, chi vale veramente la pena supportare, quali realtà avere sott’occhio quando si cerca di scoprire musica nuova nella zona. Mi sembra molto.

Tolta dal cazzo l’aritmetica di rito, chiudiamo l’annuncio con un paio di altri fatti. Uno: io ho delle qualità, ma non sono un vero esperto del sottobosco italiano, i suoi locali, le sue etichette, i suoi numi tutelari. Non sono (fortunatamente) un redattore di Rockit che sa dirti che la venue che chiude la prossima settimana a Castel San Pietro Terme è stata un simbolo dell’emo pop emiliano negli anni ‘10, né ho chissà quali contatti col territorio. So parlare di musica e ascoltare la musica, spesso già impacchettata e spedita, ma non sono un operatore dell’industria musicale italiana – e conosco molti addetti ai lavori che su questo argomento sono più preparati di me. Quindi vi chiediamo di essere da un lato tolleranti per eventuali scivoloni e dall’altro cooperativi se avete qualcosa da segnalarci o qualche stimolo da proporci: è un percorso che vale la pena di fare insieme, fare un po’ di comunità sia con voi che ci leggete che con gli artisti che copriremo. L’expertise verrà nel tempo. 

Due: il nostro modo di coprire gli artisti sarà, va da sé, più telegrafico di una recensione intera. Ogni giro di rubrica contiamo di presentare tre o quattro gruppi diversi, e avremo le parole di un #RISENTIAMOCI per dare una descrizione veloce di quello che fanno e una motivazione per il nostro giudizio. Non pretendete troppo dagli scritti e, in quanto nostri lettori, sono sicuro che potrete dare l’ultimo giro di vite più smaccatamente critico ascoltando in prima persona le uscite che vi proponiamo e coinvolgendovi con le realtà che trovate più interessanti. Il grosso del lavoro che faremo come Livore sarà quello di dragare il territorio e recuperare quello che a nostro avviso vale, poi sta a voi tenere vivo l’interesse e proseguire con il passaparola. 

La rubrica uscirà circa una volta ogni due settimane, sono sicuro che potrà essere utile per tutt*. Da quando vivo a Copenhagen, l’Italia ha preso a mancarmi: per me è anche un modo per riconnettermi con il posto in cui sono nato. Voi, se siete lì, avete tutto il diritto di prendervi tutto quello di buono che la comunità può offrire. E, se suonate, di uscire allo scoperto quando lo meritate. Smell ya later, ciao!

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Alessandro Corona M
Alessandro Corona M