CONTAINER BELLO

IL TALENTO DI LIZA LIM RISPLENDE ANCORA

LIZA LIM – ANNUNCIATION TRIPTYCH

KAIROS

2023

Classica contemporanea

Avevamo salutato Liza Lim su KAIROS un attimo prima dello scoppio di una pandemia globale con il notevolissimo Extinction Events and Dawn Chorus, nomen omen all’ennesima potenza e probabilmente la pubblicazione che più ha contribuito a far conoscere il suo nome oltre i circoli della musica classica contemporanea. Quella raccolta spaziava tra lavori composti dal 2005 al 2018 e mostrava chiaramente il valore del suo percorso nelle avanguardie post-Lachenmann. Oggi conviviamo pacificamente con l’idea che orchestre ed ensemble da camera possano essere spazi elettivi per sperimentazioni anche estreme sulla natura fisica del suono attraverso le proprietà timbriche degli strumenti; se queste tecniche riescono a non rimanere sulla torre eburnea della musica colta, il merito è anche di artiste che hanno saputo rendere attuale e viva questa espressività. Oltre a Lim viene immediato pensare a Clara Iannotta, anche lei su KAIROS con l’emblematico Moult: le opere di entrambe sono permeate da una sensibilità ecologica che lega a doppio filo le filiazioni della musica concreta con l’incombente senso di catastrofe del terzo millennio, in comunicazione aperta con i mondi sonori degli studi elettroacustici e della drone music. L’uscita di Annunciation Triptych, ciclo orchestrale a cui Lim ha lavorato negli ultimi tre anni, alza ulteriormente l’asticella: l’ambizione è quella di riprendere la forza melodica ed emotiva tipica del poema sinfonico e instillarla in un tessuto musicale informato dagli sviluppi delle correnti spettraliste, coltivando la verve narrativa nella profondità della ricerca sonora. Il risultato è un ampio successo.

L’ispirazione per Annunciation Triptych arriva da tre donne che l’autrice definisce “spiritual leaders” e a ognuna delle quali è dedicato un movimento orchestrale: la poetessa greca Saffo, la madre cristiana Maria di Nazareth e Fatima, figlia del profeta islamico Maometto. In fase di composizione Lim ha connesso a queste figure femminili un vasto intreccio di riferimenti al mondo della biologia e dell’arte che ruotano intorno a diverse accezioni di annunciazione e rivelazione, il cui impianto concettuale è meglio espresso attraverso le parole dell’artista stessa. La musica, del resto, parla da sé. La strumentazione impegnata in questo trittico musicale è la più ampia per cui Lim abbia mai composto in carriera; lungi dal soffrire la sfida di gestire tanti contributi diversi, le sue potenzialità creative sembrano moltiplicarsi in questa ricchezza. In Sappho/ Bioluminescence molti degli strumenti appaiono presto assieme, come una dichiarazione d’intenti. Gli ottoni enunciano frasi musicali dalla carica drammatica, con i rintocchi delle percussioni a tenere bordone, mentre gli archi e i legni si dedicano ad infiorescenze di note che accennano un mondo di sfumature.  Si susseguono figure incalzanti evidenziate dalle corde vibranti di arpa e pianoforte e connesse tra loro dai ricami di flauti, clarinetti e violini, che man mano proliferano come rigogliosi rampicanti sulle strutture offerte dagli altri strumenti. Bastano cinque minuti e già questa musica ci chiama a sé, densa e avvolgente. I chiaroscuri tra overtone armonici e non armonici sembrano percolare continuamente nel dialogo tra le partiture, rendendo veramente all’ascolto la sensazione di “bloom” e “glow” sonoro come da volontà dell’autrice. 

Nelle tre composizioni il rumore non è mai distante, adombra frequentemente le progressioni di note e si riverbera nel confronto tra i diversi gruppi di strumenti; allo stesso tempo convive con momenti di nitore melodico che evocano la tradizione romantica e fanno da linfa per le spesse fronde strumentali che adornano il tessuto musicale. Questo aspetto risalta particolarmente in Mary/ Transcendence after Trauma, grazie alla struttura narrativa incentrata sugli eventi dell’Annunciazione e legata a doppio filo al tumulto di sensazioni che Lim immagina in Maria dopo la notizia traumatica del concepimento divino. Un’introduzione sommessa, con i tamburi a molla a richiamare il battito cardiaco fetale, cede il passo a volteggi scuri di violino; mentre questi crescono di intensità, scolpendo le proprie note su uno spazio musicale più sparso, i violoncelli e il contrabbasso disseminano variazioni armoniche (risonanti grazie all’uso del vibrato) dando voce all’incertezza che circonda le emozioni più forti vissute dalla protagonista. A metà del movimento risiede uno degli apici espressivi del disco: repentinamente l’orchestra si riduce solo a timpani, pianoforte e corno in una manifestazione di intimità, raccolta ma turbata, che in seguito all’Annunciazione si libera in un’apertura wagneriana dove la drammaticità degli eventi viene convogliata nuovamente nel pieno dell’orchestra. A confermare la varietà di registri con cui Lim riesce agevolmente a sviluppare il proprio mondo di contrasti e complementari, la finale Fatimah/Jubilation of Flowers vede la presenza della soprano Emily Hindrichs e un uso molto più accentuato dei silenzi. Il tema elegiaco del trombone in apertura viene richiamato da Hindrichs mentre canta una poesia di Etel Adnan (morta proprio mentre Lim iniziava a comporre questi brani) e man mano intorno a lei iniziano a sorgere altre voci di strumenti in solo o in gruppo. Ognuna di queste “voci” ha una coloritura espressiva ben definita: la si sente ad esempio nelle variazioni microtonali all’intonazione che l’autrice prevede nell’esecuzione dei clarinetti e in come queste si leghino agilmente ai trilli dei flauti, o negli echi di Bartók evocati dai frequenti pizzicato di violino.  Il risultato è una fioritura di umori e coloriture differenti che riescono a conversare con naturalezza tra loro, in un costante e imprevedibile arricchimento di significato. 

Con Annunciation Triptych Liza Lim riesce a portare la propria creatività su un territorio inaspettato, dove l’intensità, la densità e la complessità della sua musica si elevano e si compenetrano per un risultato spettacolare: i richiami ad opere pittoriche e creature bioluminescenti non sembreranno affatto campati per aria dopo l’ascolto. Il suo posto tra le più importanti compositrici viventi è ormai consolidato.

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Roberto Perissinotto
Roberto Perissinotto