DJ ANDERSON DO PARAÍSO – QUERIDÃO

Nyege Nyege Tapes

2024

Funk Mineiro

La Nyege Nyege Tapes la conosciamo per l’eccezionale costanza con cui (insieme alla label sorella Hakuna Kulala) riesce a convogliare le proposte più innovative della musica elettronica centrafricana, ma ha ormai una forza e una rispettabilità tali da poter condurre attivamente un talent scouting su orizzonti sempre più ampi. Nel 2023 si è affacciata sulla scena della batida, uno stile fortemente percussivo che nasce dalle musiche popolari delle zone d’Africa un tempo assoggettate al dominio coloniale portoghese, per essere poi plasmato in club music proprio dai discendenti degli immigrati nelle periferie di Lisbona; la natura e l’evoluzione della batida si possono tracciare ripercorrendo il catalogo della etichetta Príncipe, che si è specializzata in questo tipo di produzioni e da anni fa da collante e da cassa di risonanza dell’intero movimento. È stata però Nyege Nyege ad ospitare l’interessante secondo album di Normal Nada, dopo un esordio proprio su Príncipe, segno allo stesso tempo dell’attrattiva e della curiosità della label ugandese: una bella presa, trattandosi di un lavoro senza fronzoli ma dai molteplici umori, ricco di memorabili incastri tra beat e sample. Rimanendo su territori lusofoni, Nyege Nyege ha saputo cogliere l’attimo anche nel variegato panorama della musica elettronica brasiliana. Qualche mese fa ha infatti lanciato il primo album di DJ K, l’esponente di punta della scena beat bruxaria: una delle espressioni più urticanti della dance music globale, caratterizzata da assalti sonici di sirene ad alta frequenza e beat acidi in cui si mescolano trap e funk insieme alle voci distorte degli MC. Nel suo Panico No Submundo si può apprezzare una delle versioni più impattanti di questa musica, per cui sono stati fatti paragoni con le produzioni horrorcore e che non a caso ha ricevuto attenzione anche nell’Occidente che aveva seguito con interesse la deconstructed club, di cui suona come una versione fantasmagorica e ridotta all’osso.  

L’annuncio di una nuova uscita Nyege Nyege affidata ad un altro giovane producer brasiliano, DJ Anderson do Paraíso, sembra voler proseguire in questa direzione. Qui un’ulteriore spinta alla curiosità deriva dal fatto che Boomkat (distributore inglese che è anche un validissimo osservatorio sull’elettronica underground), pur coprendo annualmente migliaia di pubblicazioni, abbia deciso sostanzialmente di barare per inserire proprio Queridão al secondo posto nella propria classifica dei migliori lavori musicali del 2023, nonostante la data ufficiale di uscita sia prevista per marzo di quest’anno. E allora, qual è la peculiarità di Queridão?

DJ Anderson do Paraíso finora ha legato il proprio nome principalmente alla pubblicazione a pioggia di singole tracce di breve durata, attraverso le quali si è affermato nella scena di Belo Horizonte per uno stile minimale che disseziona gli elementi del beat riducendoli a germi ritmici, ottenendo basi atmosferiche ed insinuanti che esaltano le voci degli MC. Questo album (che include alcuni singoli già pubblicati e aggiunge tracce inedite) è allo stesso tempo una dimostrazione ed una estremizzazione del suo approccio alla materia hip hop del funk brasileiro: bassi, kick e snare non si trovano quasi mai assemblati a stratificare un ritmo, bensì sono come disarticolati in diverse dimensioni timbriche, ad echeggiare contro il vuoto dello spazio sonoro. In questo modo acquisiscono una solennità minacciosa non presente in partenza, mantenendo pulsante lo scheletro ritmico dei brani. 

Il problema in Queridão è una ripetitività insistita che appiattisce in corso d’opera i possibili effetti evocativi di questo riduzionismo: se un buon 70% dei pattern è basato sullo stesso ritmo sincopato, se questi sfruttano spesso il medesimo tempismo per legarsi alle parti rappate, se anche le particelle tematiche di voci e synth che intervengono si ripetono quasi sempre uguali da inizio a fine pezzo, si inizia ad annaspare. Le tante voci che intervengono nel corso del disco potrebbero costituire un ottimo mezzo per controbilanciare, ma raramente hanno una personalità o una fantasia tali da lasciare il segno. Eppure Anderson do Paraíso mostra di essere capace di fare di più, e basterebbe poco di più: in Blogueira que Virou Puta o Chamas Suas Colegas pra Brincar i vari tasselli della sua produzione si incastrano in maniera intrigante e bastano poche e sapienti variazioni per moltiplicare la potenza degli stimoli, cementandoli in un suono scuro e seducentemente ossessivo. La decostruzione delle percussioni tradizionali fino a lasciarne solo l’esoscheletro qui funziona, così come il ricorso a campionamenti di fiati ed archi per far balenare l’epica di una melodia nei paesaggi sonori rarefatti. Ma in altri passaggi del disco il materiale è davvero troppo povero per coinvolgere, e anche l’uso ricorrente di queste tecniche finisce per suonare telefonato. Si ha spesso l’impressione di non stare ascoltando delle registrazioni definitive quanto piuttosto delle bozze, con i primi tentativi di parti vocali sovrapposti a basi ancora da strutturare; a volte purtroppo sembrano anche bozze datate, come Todas Elas ao Mesmo Tempo che con la linearità dei bassi distorti pare uscita dagli scarti di uno Skream altezza 2005. Non aiuta il fatto che da un certo punto in poi il titolo del disco inizi ad essere ripetuto ad ogni pie’ sospinto come un infomercial; così come non risolleva gli animi quello che si può intuire dai testi, pervasi da un machismo tanto gradasso da suonare demenziale.  

In tutto ciò l’album scorre comunque abbastanza bene grazie al ricambio tra le tracce brevi e serrate; tuttavia questa formula sembra ancora tarata sulla ricerca del singolo ad effetto, col fiato troppo corto per maturare sulla distanza di un long play. Non sto dicendo che il DJ mineiro dovrebbe rendere la propria musica più sofisticata, anzi: saper infondere intensità in un suono così essenziale è una potenzialità che va preservata. Semplicemente ora come ora sembra avere poco da comunicare oltre i confini della propria nicchia. Per questo, mentre il Brasile rimane una formidabile fucina di rivelazioni tra hip hop ed elettronica e il catalogo della Nyege Nyege Tapes continua ad arricchirsi di nuove proposte (ve ne parleremo), Queridão sembra destinato a rimanere in disparte. 

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Roberto Perissinotto
Roberto Perissinotto