DUE A TEMA #2 – PRÍNCIPE DISCOS

La Príncipe è una casa discografica speciale, di quelle che con la propria attività tracciano la narrazione di un’epoca da una particolare prospettiva geografica. Operativa dal 2011, è stata allo stesso tempo megafono e talent scout delle più innovative espressioni di musica elettronica che hanno animato la città di Lisbona; una scena che a vario titolo trova le proprie radici nell’idioma noto come batida, che l’anno scorso abbiamo descritto come “uno stile fortemente percussivo che nasce dalle musiche popolari delle zone d’Africa un tempo assoggettate al dominio coloniale portoghese, per essere poi plasmato in club music proprio dai discendenti degli immigrati nelle periferie di Lisbona”. Ancora prima che Nyege Nyege Tapes e Hakuna Kulala iniziassero a trasmettere al mondo la vastità caleidoscopica delle più moderne tendenze creative della musica africana, Príncipe ha creato una connessione tra l’eredità dei popoli nativi, l’ibridazione culturale nel tessuto della diaspora e l’approdo a una forma di collante sociale attraverso la disponibilità della produzione elettronica e l’immediatezza della danza. Da allora l’etichetta portoghese ha continuato a documentare gli sviluppi di questo linguaggio con orgogliosa coerenza, attenta a cogliere le peculiarità delle diverse personalità artistiche coinvolte. Nel tempo, tuttavia, l’amalgama stilistica delle pubblicazioni Príncipe è sembrata convergere verso una forma ben definita: brani brevi riuniti in lavori dall’andamento frammentato, basati su reiterati loop ritmici e con pochi fronzoli, che attingono alle sonorità delle danze centroafricane ammorbidendole con house dai risvolti ambient e balearic o infiltrandole di mutazioni technoidi fino a echi deconstructed club. Come per le copertine, realizzate tutte da Márcio Matos, anche per la musica delle uscite Príncipe si può dire che è distintiva e immediatamente riconoscibile ma che ormai sappiamo più o meno cosa aspettarci: andamento naturale per una collettività artistica così unita e radicata nella stessa città, pur restando in chi scrive un po’ di nostalgia per le uscite più matte di qualche tempo fa.Tracciati i confini del suo orizzonte musicale, però, è importante ribadire che l’ecosistema Príncipe si mantiene in pieno rigoglio. Lo confermano i due EP (o mini-album che dir si voglia) pubblicati nella prima parte di quest’anno: Despertar dei Blacksea Não Maya e Diferenciado di DJ Narciso.
Il secondo è tra gli esponenti del roster che esplora le tendenze più ossessive sull’utilizzo dei beat, approccio che si manifesta anche in queste otto tracce dove la familiarità del tresillo viene intorbidata da continue stratificazioni ritmiche. Hi-hat, tamburi, kick e bassi scuri si incrociano in un fuoco di fila che trascina pure sample e sintetizzatori tra gli elementi percussivi, finendo per evocare parentele con le propaggini più fosche degli strumentali drill: ascoltate Underground dos Loucos e Pipipi per farvi un’idea. Diferenciado è perennemente percorso tra la tensione del preservare la potenza più ipnotica del ritmo e la volontà di manipolarne febbrilmente la struttura; tant’è che anche quando lo scenario si assesta su più lievi echi di funk carioca, come in 5 Do Jo, l’incedere del brano viene comunque uncinato da pochi e decisivi sabotaggi che cospirano a trascinarlo in un fossato minaccioso.
La musica dei Blacksea Não Maya è invece più ariosa, basata sul fascino di melodie oblique che percorrono i pezzi come un ampio affluente. Sia che provengano da sintetizzatori sfumati o chitarre più o meno effettate, trovano sempre incastri suggestivi con l’alfabeto sincopato delle percussioni (anche queste, generate digitalmente o campionate da tamburi) in una varietà di registri che va da nebulose adiacenti a certa neo-psichedelia dai bassi ipertrofici a miscele tropicali dove si mescolano senza sforzo elementi di kizomba, cumbia e calypso. USEICAMBO e BALEBALE da una parte, Kirraxo e Reborda dall’altra di un ipotetico spettro che in meno di mezz’ora sa contenere molti umori differenti e lascia intendere che ci sia spazio per disegnarne altri ancora: Despertar è un lavoro eclettico e dal replay value solidissimo.
Con una mega-raccolta appena uscita che presenta 37 brani inediti e nessun cedimento in vista, la Príncipe resta un esempio virtuoso dell’unione tra musica e comunità: ci auguriamo che la sua attività prosegua per molto tempo ancora.